Piangono, si indignano e ci guadagnano L’immigrazione è un business: ecco chi guadagna decine di milioni

Fateci caso: il flusso migratorio, chissà perché, investe, nella stragrande maggioranza dei casi, l’Italia. Come se ad essere bagnata dal Mediterraneo fosse solo il Belpaese. E negli altri Paesi? Perché negli altri Paesi i migranti vengono respinti e nessuno, nemmeno la Chiesa cattolica, si pone il problema? Questo punto non solo non è chiaro, ma non è stato mai chiarito. Si sa solo che l’Italia è la porta aperta d’Europa per questi infelici. Tutte le altre porte è come se non ci fossero. Anzi, sono chiuse. Per andare in Europa si passa dall’Italia. Punto.
Un altro punto rimane oscuro. Tutto il modo è rimasto impietrito di fronte ai 200, forse 300, forse ancora di più che galleggiavano al largo dell’isola dei Conigli di Lampedusa. Ma quanti sono, ogni anno, i migranti che pagano una barca di soldi per ottenere un posto nelle traballanti ed insicure carrette del mare?

Piangono, si indignano e ci guadagnano 

 
Il grande affare dell’immigrazione. Soldi a palate per gestire i clandestini Ogni giorno di permanenza in Italia gli immigrati costano 1,6 milioni Si piange e si urla la propria indignazione, ma intanto s’incassa. Dietro i disperati che dalle coste africane, ma non solo, partono in cerca di una nuova speranza, trovando troppo spesso la morte (diecimila morti in 10 anni), c’è un vorticoso giro 

Sbarchi migranti, l'arrivo dei corpi delle 30 vittime al porto di Pozzallo

d’affari. Un business «facile», a tempo indeterminato. Che non riempie solo le tasche di scafisti e criminali. C’è anche il «guadagno legittimo». Cifre grosse, che non si possono più nascondere Pensare che i flussi di immigrazione dall’Africa e dall’Asia verso l’Italia siano destinati a ridursi è pura follia. E’ l’esatto contrario: la situazione è destinata a degenerare. Trasportare illegalmente migliaia di persone a settimana frutta valanghe di denaro agli scafisti e alle associazioni criminali che stanno dietro di loro, ma non solo. Lo sbarco degli stranieri nel nostro paese significa fiumi di denaro anche per i nostri connazionali. C’è chi, con gli immigrati, si è arrichitto, continua ad arrichirsi e ha tutto l’interesse affinché tutto vada avanti così, cioé con l’operazione Mare Nostrum. Il ministro dell’interno Alfano è orgoglioso: stiamo salvando tante vite umane. Renzi dice che “ci vuole più Europa”. La Lega Nord fa semplicemente campagna elettorale, visto che il dramma sbarchi c’era anche con Maroni ministro degli interni. E c’era anche il business. Ad ammetterlo è persino la Repubblica, quotidiano notoriamente filo-governativo. Emblematico è il titolo dell’ottima inchiesta di Alessandra Ziniti: “Quel business da 2 milioni al giorno sulla pelle dei migranti: più ne arrivano, più guadagnano”. Già, chi guadagna? L’articolo lo spiega benissimo: “dalla Legacoop alle imprese di Comunione e Liberazione, dalle aziende vicine alla Lega alle multinazionali. Le gare bandite dal Viminale, in genere, vengono aggiudicate con un ribasso medio del 30 per cento sulla base d’asta. Peccato che, in ogni centro, si tengano stipati per mesi almeno il doppio o il triplo degli ospiti. A danno delle condizioni di vivibilità di questi centri, da molti definiti lager, ma a tutto vantaggio delle tasche dei gestori”.
Con gli immigrati fa affari anche la Chiesa cattolica.  “A reclamare la sua fetta di torta – spiega l’articolo di Repubblica – c’è anche la Misericordia del prete-manager di Isola Capo Rizzuto che da dieci anni, per 28 milioni di euro all’anno, gestisce un Cara in cui la maggior parte degli ospiti dormono anche in dieci in vecchi container”. Cifre da capogiro: decine di milioni di euro, tanto arrivano a guadagnare certi “imprenditori della disperazione”. Peccato che qualcuno paga. E a pagare sono gli Italiani: 600milioni nel 2013 e nel 2014 saranno ancora di più. Ogni immigrato costa 50 euro al giorno allo Stato, se è minorenne 70 euro.
 
 

Inserito da Domenico Marigliano Blogger 

 
 

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