Complottismo di destra e di sinistra

Benché il luogo comune culturale si presenti sul punto pressoché senza incertezze, il complottismo non è certamente una caratteristica esclusiva di ambienti di destra. Un complotto universale di forze reazionarie per ostacolare il progresso, e ultimamente il comunismo, ha fatto spesso la sua comparsa nella letteratura sovietica. In Italia echi di questa letteratura si ritrovano in una pubblicistica antimassonica, che ipotizza un grande complotto - di origini antiche - della massoneria, della mafia, dei servizi segreti statunitensi e della Chiesa cattolica - che avrebbero avuto nel secondo dopoguerra gli stessi referenti, fra cui, per esempio, il sen. Giulio Andreotti - per ostacolare la marcia del progresso e in particolare l'accesso del Partito Comunista Italiano al potere. Anche le teorie relative a un universale "complotto delle sette" oggi, soprattutto in Francia, attribuiscono di frequente a esso una matrice politica "fascista".È difficile dimostrare sul piano empirico che le teorie del macrocomplotto non sono vere. Spesso sono suggestive e presentano elementi interessanti. Tuttavia l'onere della prova del macrocomplotto incombe su chi sostiene che esiste, e il fatto che sia impossibile provare che non esiste non è un argomento a favore dei complottisti. Anche se le opere di chi crede al macrocomplotto qualche volta offrono informazioni utili su eventi specifici, in ultima analisi la loro tesi di fondo deve essere considerata inattendibile e tipicamente ideologica, perché semplifica la complessità della storia. Le teorie complottiste sono anche pericolose. Possono designare e offrire alla persecuzione capri espiatori, considerati responsabili di tutti i mali del mondo: le teorie correnti sul presunto "complotto delle sette" vanno precisamente in questo senso. Inoltre, il discredito che facilmente colpisce queste tesi rischia di travolgere - giacché la distinzione fra diversi tipi di complotto non è facile - anche le teorie del complotto metafisico - che meritano certamente maggiore attenzione - e le puntuali denunce di microcomplotti tutt'altro che immaginari. Parlare troppo di macrocomplotti finisce per distogliere l'attenzione dai microcomplotti, dai piccoli complotti all'opera quotidianamente dietro la cronaca e la storia, il cui studio rimane invece indispensabile a chi voglia intendere, al di là delle apparenze, l'inesauribile complessità delle vicende umane.

Il Trattato MES è antidemocratico ma non è un complotto degli Illuminati 

Spiacenti, complottisti e teorici del Golpe bancario massonico. Il Trattato che istituisce il Meccanismo Europeo di 

Stabilità non è frutto di chissà quale loggia oscura, bensì dei governi europei. E’ invece vero che sia 

 

antidemocratico, ma non già per le ragioni enunciate da uomini mascherati in televisione – mi riferisco alla pantomima del complottismo in salsa Mediaset, ovvero a Adam Kadmon, che durante la trasmissione Mistero annunciava il MES come un nuovo strumento della futura Dittatura Europea.Si può invece affermare che il deficit democratico è la malattia che affligge la costruzione europea sin dalle origini e che il ruolo del Parlamento – l’unica istituzione comunitaria eletta democraticamente – è sempre stato marginale e solo dopo molti anni l’evoluzione della integrazione europea ha prodotto un diverso equilibrio dei poteri ed oggi il Parlamento può discutere e votare alcuni provvedimenti del Consiglio o della Commissione (procedura di codecisione).Il Trattato MES è, da questo punto di vista, dieci passi indietro. Sebbene anche la Comunità Economica Europea cominciò senza organi istituzionali elettivi, oggi la situazione dell’architettura istituzionale europea è ben diversa e il MES doveva essere calato al suo interno. Invece.Invece il MES nasce con almeno tre peccati originali. Il primo è relativo al fatto che i prestiti del MES fruiranno dello status di creditore privilegiato (privilegiati sono quei creditori che godono del diritto di prelazione e hanno diritto ad essere soddisfatti prima di altri) in modo analogo a quelli del FMI, pur accettando che lo status di creditore privilegiato del FMI prevalga su quello del MES. Di fatto, il credito di un qualsiasi altro investitore può essere rinegoziato – come accaduto con il caso Grecia – ma il debito con il MES no. Il MES ha lo stesso status del FMI. Credito in cambio di politiche liberiste o ultraliberiste. Per questa ragione il FMI è stato chiamato “il bacio della morte”: i suoi prestiti non danno beneficio alcuno, ma servono a spazzar via quel poco di stato sociale che può esistere in un paese in crisi economica. Ne parlava Debora Billi, su Crisis? What Crisis?, qui.Gli altri due difetti gravi risiedono uno nel meccanismo di voto, l’altro nel suo fondamento costituzionale. Scrive Antonio Padoa Schioppa:La procedura prevista ha due difetti. Il primo è di esigere l’unanimità nelle decisioni essenziali, il secondo è di prevedere il voto ponderato anziché il voto per teste. Quando si è voluto creare un organo di decisione veramente funzionale ed efficace, la Banca Centrale Europea, il Trattato di Maastricht ha previsto per tutte le decisioni il principio maggioritario e per di più con il voto per teste e non per quote: conta la qualità degli argomenti, non il peso del Paese di appartenenza di chi li sostiene (Antonio Padoa-Schioppa, Il Trattato MES: osservazioni critiche, Centro Studi sul Federalismo, Aprile 2012).Il meccanismo di voto ponderato è di diretta derivazione dal sistema già impiegato in Consiglio: un sistema che a lungo andare porta alla paralisi dell’organismo con conseguente necessità di riforme. Storicamente, ogniqualvolta si è riformato il meccanismo decisionale del Consiglio, si sono scelte forme alquanto barocche e inefficienti (vedasi il riparto del voto ponderato come modificato dal Trattato di Nizza e seguenti, quando l’apertura dell’Unione ad est ha allargato il tavolo del consiglio a ventisette capi di stato e di governo). Oggi il Consiglio è governato dalla diarchia Francia-Germania: nulla si muove senza il loro consenso.Il secondo difetto del Trattato ESM ha natura diversa. Giustamente il Trattato ESM prevede ruoli importanti per la Commissione europea e per la Corte di Giustizia. Dunque la logica intergovernativa che domina in questa fase dell’Unione è stata qui superata e opportunamente corretta. Senonché il Trattato omette completamente il Parlamento europeo. Ciò ci sembra ingiustificabile. In un momento storico nel quale sempre più spesso si lamenta che il cittadino non si senta rappresentato dalle istituzioni dell’Unione, tagliare fuori il solo organo che possiede una legittimazione democratica diretta al livello europeo è peggio di un peccato di omissione: è un grave errore politico (Antonio Padoa-Schioppa, cit.).Il Parlamento quindi è completamento escluso. Ma anche il presidente del Consiglio e il presidente della Commissione sono esclusi dalle riunioni del MES. Solo “il membro della Commissione europea responsabile degli affari economici e monetari e il presidente della BCE, nonché il presidente dell’Eurogruppo (se non è il presidente o un governatore), possono partecipare alle riunioni del consiglio dei governatori in qualità di osservatori” (Trattato MES, art. 5 c. 3). Infatti i membri del MES sono eletti dai governi che decidono di far parte di esso. Neanche il board della BCE è così dominato dalla logica intergovernativa. Che è poi questo il grande male europeo: le dinamiche politiche così inquinate dagli egoismi nazionali. Non esiste una classe politica europea. Esistono però dei governanti miserrimi che rispondono soltanto alla logica di perpetuare sé stessi e il proprio potere.

inserito da Domenico Marigliano Blogger

 
 

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