Scie Chimiche: Controllo Climatico, Controllo Mentale o Depopolazione?

Scie Chimiche: Controllo Climatico, Controllo Mentale o Depopolazione?

 
 

Scie Chimiche

''Ci sono solo due forze che uniscono gli uomini: la paura e l'interesse.''
Napoleone Bonaparte

Il processo conoscitivo si basa su due presupposti fondamentali: l'osservazione e la domanda.
Quando cio' che si osserva non si riconosce come un qualcosa facente gia' parte del mondo delle nostre conoscenze, e' da quel momento in poi che sorge in noi la domanda.
Da cio' si deduce che l'osservazione deve precedere la domanda.

La domanda stimola l'attivita' del pensiero.
Il cammino corretto per cominciare ad avviare un processo di conoscenza e' quindi: osservazionedomanda,attivita' conoscitiva.
Affinche' l'osservazione pero' divenga un vero e proprio strumento nonche' sia matrice per acquisizione di nuove conoscenze, essa deve essere maggiormente intensificata nella percezione del mondo.

Due sono gli strumenti di percezione piu' importanti che abbiamo a disposizione per cogliere la realta' che ci circonda: la vista e l'udito.
Se si considera piu' da vicino la vista, intesa come processo visivo che permette l'osservazione, dobbiamo distinguere tre espressioni che indicano tre modi differenti di usarla.
Essi sono: vedereguardarefissare.
Il vedere e' la possibilita' che ha l'occhio di collegarsi e di trasmettere la visione del mondo che ci circonda. Questa e' la normale possibilita' che l'occhio ha per svolgere la sua funzione.
Se poi vogliamo avere una determinata visione con maggiore esattezza, dobbiamo concentrare con maggiore attenzione la nostra capacita' visiva. Da una situazione generica si passa percio' ad una piu' grande possibilita' di definizione di quello che vediamo, si passa cioe' al guardare.

Di fatto esso e' una concentrazione piu' precisa, una delimitazione della nostra capacita' visiva per poter cogliere al meglio cio' che vediamo.
In tal modo ha luogo il passaggio dal vedere al guardare cioe' da una possibilita' genericamente umana ad un'altra maggiormente individualizzata.

Proseguendo nell'analisi del processo visivo se desideriamo approfondirlo maggiormente, se vogliamo entrare fin nei minimi dettagli non e' piu' sufficiente il guardare ma dobbiamo ulteriormente concentrarci ed arrivare a fissarel'oggetto della nostra percezione.
Per quanto riguarda quindi la visione del mondo che ci circonda, fissare il nostro sguardo in maniera concentrata significa personalizzare al massimo cio' che percepiamo. Da questo momento in poi puo' sorgere quella che puo' essere definita una vera domanda e non soltanto una superficiale curiosita'.

Giunti a questo punto, riferendosi al tema dell'argomento, bisogna dire che per cominciare a comprendere cosa siano le scie chimiche, si dovrebbe prima applicare nel modo piu' corretto l'osservazione e cioe' tutto il processo che per l'appunto ho appena descritto.
Quando finalmente sorge la domanda e ciascuno si chiede: ''che cosa sono le scie chimiche?'' solo allora ci si puo' accorgere delle loro anomalie: la strana lunghezza di queste particolari scie bianche, le inconsuete direzioni degli aerei formanti strani incroci, il fatto che non si dissolvono come le altre normali scie di condensazione rilasciate.

Le scie chimiche invece, pian piano, si allargano e, unendosi le une alle altre, rendono un cielo azzurro del tutto lattiginoso, riuscendo persino a velare la luce del sole.
In un secondo momento poi, andando ancora oltre quello che percepiamo, viene spontanea una seconda domanda: ''che cosa contengono le scie chimiche e che effetto possono avere nell'ambiente che ci circonda e in noi stessi quando i contenuti precipitano sulla terra?''.Arrivare a porsi questa seconda domanda significa essere pronti ad avviare un nuovo processo conoscitivo.
Significa che dalla percezione visiva (osservazione ) si e' divenuti maturi per una riflessione interiore di naturaindividuale. Significa che un evento esterno e' diventato una mia domanda interna a cui voglio dare risposta.
All'inizio delle osservazioni sulle scie chimiche poche persone hanno cominciato a porsi quest’ultima domanda anche perche' per trovare una risposta e comprendere la composizione delle scie bisogna avere non solo del materiale a disposizione ma bisogna poterlo analizzare.

A questo punto sono sorte le prime grosse difficolta' perche' i cosiddetti organi ufficiali non riconoscevano, e tuttora non riconoscono, l'anormalita' di queste scie.
Alcune persone di buona volonta', o alcuni ''Teorici del Complotto'', allora, hanno cominciato ad analizzare in proprio quella strana polverina biancastra che ricadeva a terra dopo un intenso lavoro compiuto per ore ed ore, nei nostri cieli da aerei preposti a cio'.
Proseguendo in questa ricerca, altre persone ancora, hanno analizzato questa polvere e in questo particolato hanno trovato, per il momento, questi tre componenti: sali di bario, sali di alluminio, sali di quarzo [1].

MKULTRA

''Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti ma nell'avere nuovi occhi.''
Marcel Proust

 

Sin dalla sua nascita, la ''Central Intelligence Agency'' (CIA) si e' occupata dello studio e della creazione di armi di distruzione di massa [2].
Il ricercatore CIA James Alexander Hamilton sembra essere uno degli uomini di punta di quello che, negli anni, prendera' vari nomi, passando da progetto ''BLUEBIRD'', a progetto ''ARTICHOKE'', sino ad arrivare agli attuali progetti ''MKULTRA'' ed ''MKSEARCH''.

James Alexander Hamilton, con il passare del tempo, si assicura la collaborazione di prestigiose personalita' nel mondo della medicina, della radioattivita' e della psicologia; il Dottor Sidney Gottlieb, in seguito divenuto responsabile dell'MKULTRA, il Dottor Lawrence Clanon, ex sovrintendente del ''Vacaville Medical Center'', istituto in cui Hamilton eseguiva i suoi studi, il Dottor Charles Geschickter, finanziato dalla CIA espressamente per svolgere ricerche sulle armi radioattive nel quadro dell'MKULTRA presso il ''Georgetown University Medical Centre'', il Dottor Wallace ''Wally'' Chan, con molte probabilita' finanziato per studiare l'utilizzo di radioisotopi a scopo militare, Robley Evans, consulente della CIA ed associato al ''MIT'' ed al ''Massachussets General Hspital'', il Dottor Albert M. Kligman, collaboratore della CIA e Docente presso la ''University of Pennsylvania'' di Philadelphia, il quale lavora per il progetto ''Often'', collegato all'MKULTRA, che realizza esperimenti sui prigionieri dell'''Edgewood Arsenal'' dell'esercito statunitense nel Maryland, facendoli venire a contatto con vapori ed aerosol tossici [4].
E' la CIA stessa ad affermare di aver fornito, negli anni Cinquanta, fondi per la costruzione di un'ala dello''Georgetown University Medical Centre'' in cui ''l'agenzia sperava di utilizzare ricerche legittime volte [...] come copertura per un successivo lavoro di ricerca nell'ambito dell'MKULTRA [...] per progetti molto delicati in alcuni campi, inclusi armamenti segreti di tipo biologico, chimico e radiologico'' [3].
Un obiettivo chiave di questo sottoprogetto dell'MKULTRA e' quello di sviluppare un mezzo che, se spinto troppo a fondo, avrebbe ''danneggiato i centri vitali del cervello allo stesso modo in cui cuoci la carne.'' [5].
Il progetto ''Georgetown'' aveva il pieno supporto dell'''Atomic Energy Commission'' (AEC), in particolare del suo presidente, Lewis Strauss, amico personale del Dottor Charles Geschickter. Dato che la CIA non riponeva alcun genere di interesse nella chemioterapia, il fatto che Strauss dimostrasse ''grande interesse nell'utilizzo di radioisotopi'' induce i ''Teorici del Complotto'' a credere che il programma servisse chiaramente a creare armi radioattive.
Le attivita' di ricerca e di trattamento ospedaliero di Geschickter sarebbero serviti, in realta', come ''copertura'' per le sue ricerche segrete su armamenti chimici, biologici e radioattivi per conto della CIA.

Allen Welsh Dulles, Diplomatico statunitense, chiede al Presidente dell'AECGordon Dean, di incontrareJoseph A. Frank, assistente speciale per la ricerca dell'''Office of Policy Coordination'' (OPC), per discutere delle possibilita' di ''ricerca, sviluppo o adattamento di armi atomiche e armamenti radiologici che siano utili e appropriati a un uso clandestino.'' [6].

Gia' nel 1946, il Dottor Joseph G. Hamilton, padrino della guerra radiologica, afferma che i radioisotopi''producono l'irradiazione interna del sensibilissimo midollo spinale e quantita' anche lievi possono produrre effetti letali.'' [7].

All'inizio, l'elemento considerato come miglior candidato alla realizzazione di ordigni per una guerra radioattiva, e' il plutonio, la cui dispersione, tramite aerosol, e' in grado di distruggere un'intera popolazione, compresi animali e piante, senza pero' causare danni ad edifici e territorio. Il problema del plutonio, pero', e' che, un suo utilizzo, rende l'area colpita dall'irradiamento inabitabile per anni o decenni, impedendo l'occupazione da parte dell'aggressore. Per questo motivo si decide di optare per radioisotopi di elementi molto piu' leggeri, con tempi di dimezzamento piu' brevi, che diano la possibilita' all'aggressore di insediarsi dopo un minore periodo di tempo.

Il Dottore Joseph Hamilton, in un memoriale intitolato ''guerra dioattiva'', rivela che radioisotopi o traccianti furono studiati contemporaneamente per usi medici e bellici in quello che prendeva il nome di ''Plutonium Project'', presso il ''Medical Center'' dell'universita' di Rochester che vedeva, tra gli altri, la partecipazione di Harold C. Hodge, collaboratore segreto della CIA che studiava i radioisotopi ed i loro effetti sugli esseri umani per MKULTRA.
Altri partecipanti al progetto sarebbero, in seguito, divenuti membri di una commissione dell'''Atomic Energy Commission'', con l'apposito scopo di collaborare alla creazione di tecniche per la guerra radioattiva.
La particolare applicazione della guerra radioattiva a cui il Dottore Joseph Hamilton fa riferimento nel suo memoriale, prende il nome di ''area denial'', e consiste nello spruzzare un'area con un aerosol radioattivo, rendendola inutilizzabile per il nemico per un certo periodo di tempo; contemporaneamente, la maggior parte degli esseri viventi viene distrutta. Un numero rilevante di individui subiranno ''un certo grado di danno irreversibile da radiazioni'', concludeva Hamilton, esponendo esattamente il tipo di guerra radioattiva proposto per l'utilizzo operativo da Christian Freer, della CIA, nel 1954 [4].
Il Dottore Joseph Hamilton afferma che le tecniche di guerra radioattiva potrebbero produrre anche danni all'agricoltura e la sterilizzazione del terreno, rivelando che dei metodi per diffondere i materiali radioattivi vennero sviluppati a Berkeley cosi' da studiare il comportamento degli aerosol di prodotti della fissione e che, questi aerosol, potrebbero essere utilizzati ''per causare l'avvelenamento della popolazione per inalazione''. La CIA era molto interessata alla guerra biologica ed aveva un intero progetto dedicato alla ricerca ed allo sviluppo di tecniche per la diffusione del sistema degli aerosol.

E' importante sottolineare come, con il passare degli anni, il progetto, nato col nome di BLUEBIRD, poi divenuto ARTICHOKE ed infine MKULTRA o MKSEARCH sia passato di amministrazione in amministrazione, manenendo pero' inalterato il fine ultimo, la ricerca e lo sviluppo di ''armamenti segreti di tipo biologico, chimico e radiologico.'' [8].

Ulteriore prova che la CIA intraprese la ricerca e lo sviluppo di armi radioattive, biologiche e chimiche, e' data dall'interesse dimostrato dal ''Committee on Chemical, Biological and Radiological Warfare'' (CEBAR), gruppo potente e segreto che comprendeva la CIA e che auspicava la creazione di armi chimiche, biologiche e radiologiche, non ritenute immorali, ne' armi di distruzione di massa.
Il comitato afferma che ''le armi radiologiche sembrano avere delle caratteristiche belliche uniche e ulteriori studi sul loro potenziale valore militare dovrebbero essere intrapresi.''. Il ''Committee on Chemical, Biological and Radiological Warfare'' vede estremamente vantaggioso il fatto che, le armi radiologiche, chimiche e biologiche, ''agiscono in modo silenzioso contro obiettivi viventi, dato che la loro presenza e il danno all'organismo da esse prodotto non viene avvertito inizialmente ai sensi umani.'' [4].

 

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