Lampedusa una tragedia voluta dalle istituzioni italiane e da chi vuole integrare con tutti i mezzi altre etnie nel nostro paese

La tragedia di Lampedusa e le solite idiozie dei politici italiani e europei ,  mentre il mare di lampedusa diventa un cimitero e una nazione l'italia  che si trova a fronteggiare da sola questa situazione quando si potrebbe fermare tutto questo con blocchi navali e chiusura delle frontiere apsettando tempi migliori per il nostro paese, ma si sa che tutto questo non avverra' mai e si continuera' a vedere scene in tv come quelle tragiche di  Lampedusa che anche questa volta portera' addosso questo  enorme fardello di dolore ,in questi giorni, i media sono dominati dall’immane tragedie verificatasi al largo di Lampedusa, con l’affondamento di imbarcazione stracariche di migranti clandestini e l’annegamento di centinaia di persone. Immediatamente, i farisei istituzionali hanno iniziato a strapparsi le vesti facendo a gara a chi apparisse più buono. In testa a tutti, l’accoppiata Boldrini («Nulla dovrà essere più come prima») – Kyenge («Su quella barca, al posto di quei disperati, ci potevo essere io»), battute però in breccia dalle farneticazioni di Ignazio Marino, che ha proposto che i superstiti siano accolti a Roma, e dal delirio di Angelino Alfano, con la sua proposta di candidare l’isola di Lampedusa al Nobel per la Pace (per quanto lo meriterebbe comunque più di Obama o della UE).Non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell'Unione Europea», pero' mi vien purtroppo da pensare che Voi commissari UE, anche quando non siete tedeschi, siete severi a senso unico e persino noiosi: Comunque, anche per l'incapacità del nostro governo, sono sempre più convinto che tante belle parole intrise di sentimentalismo dolciastro hanno due scopi, il primo dei quali è quello moralistico di mostrarsi scandalizzati e sentirsi in pace con la propria coscienza. Peccato però che tra questi scopi non rientri il fatto di agire concretamente per cambiare questo stato di cose e impedire realmente futuri disastri, né ce n’è la volontà. Il secondo scopo, ancora più spregevole, è, infatti, quello di strumentalizzare questi morti per introdurre legislazioni ancora più favorevoli all’immigrazione di massa. Si favoleggia di abolire la legge Bossi-Fini, tanto demonizzata ma responsabile dell’ingresso e della regolarizzazione di centinaia di migliaia di clandestini. Si evocano vaghe parole magiche quali “corridoio umanitario” e si denigra il nostro Paese, ignorando che di fatto è tra i più permissivi in materia, anche rispetto ai nostri vicini come Spagna, Francia e Grecia. La verità è che l’immigrazione di massa fa comodo a tanti: alla grande e media proprietà, che si trova così a disporre di abbondante manodopera a salari da fame, alla classe politica che può fare leva sulla guerra tra poveri autoctoni e allogeni per mantenere lo statu quo (e magari acquisire nuove clientele elettorali), alle ONG, laiche e clericali, che si fanno pagare profumatamente dallo Stato per supplire alle sue mancanze in ambito sociale. Si dimentica inoltre che quelle stesse condizioni di povertà e di degrado da cui fuggono sono causate direttamente dallo sfruttamento delle multinazionali occidentali e dalle guerre mosse o finanziate dall’Occidente, con l’approvazione dei sinistri esportatori di democrazia e diritti umani. Finché non s’interverrà al riguardo, questo fenomeno – la nuova tratta degli schiavi –  non potrà essere mai contrastato adeguatamente. E l’appello all’Europa non è che l’ennesima abdicazione della propria sovranità e della propria libertà di decisione da parte della nostra classe dirigente, alla quale per prima spetterebbe di risolvere il problema dell’immigrazione di massa in Italia. In conclusione  sono sempre più convinto che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa  e per la nostra classe politica di un certo colore  un  motivo di vergogna e disonore.

Domenico Marigliano

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