Ebola: epidemia costruita a tavolino per sostenere il businnes di Big Pharma

Tutti sanno che quando si impara ad andare in bici non lo si dimentica più; è una questione di “memoria procedurale”. Identico meccanismo si adatta benissimo per smascherare gli sporchi affari di Big Pharma: una volta imparata la tecnica di diffusione della malattia, per commercializzare il relativo prodotto, non la si dimentica più. E questo vale anche per l’attuale epidemia di Ebola.

Per decenni gli scienziati hanno pensato che non esistessero anticorpi efficaci contro il virus, ma nel 2012 la ricerca della US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases ha dimostrato che una combinazione di anticorpi è in grado di fermare il virus. Così, in contemporanea, altri laboratori di tutto il mondo sono stati chiamati a testare identico cocktail di anticorpi.
Il messaggio evidenziato appare chiaro e inequivocabile sul sito web The Scripps Research Institute, una delle più grandi organizzazioni di ricerca del mondo, privata, senza scopo di lucro [dicono loro], impegnata nella scienza biomedica di base, segmento fondamentale della ricerca medica che cerca di comprendere i processi fondamentali della vita.

Già …. e tra i processi fondamentali della vita, così insegnano nelle Università di Medicina, c’è anche la morte ….. la morte di poveri cristi, deboli e analfabeti, sui quali si è deciso di testare farmaci contro Ebola, mai verificati sull’essere umano, a tal punto da scatenare una torrida epidemia che, qualora proseguisse ad espandersi, darebbe origine a una pandemia globale che, per questioni sanitarie internazionali, comporterebbe la soppressione delle più elementari libertà individuali. E’ questo il caso odierno della Liberia, dove la Signora Presidente della nazione ha dichiarato in diretta televisiva che “alcune libertà civili potrebbero dover essere sospese“.

Qui di seguito è possibile apprendere l’elenco di coloro che sono impegnati nel Consorzio guidato dalla Scripps Research Institute

Ed ora riteniamo opportuno ricordare ai nostri lettori i passaggi essenziali che non sono diffusi dai media, i quali sono troppo impegnati ad offrire realtà precostruite alle quali bisogna credere senza pensare. Ognuno di voi tragga le proprie conclusioni.

1) nel 2012 la ricerca della US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases [USAMRIID] ha dimostrato che una combinazione di anticorpi è in grado di fermare il virus;

2) nel mese di gennaio 2014 ha inizio la Fase 1 delle sperimentazioni cliniche della Tekmira Pharmaceuticals Corporation che dosa per la prima volta nell’essere umano un suo prodotto contro Ebola;

3) la scheda OMS n. 103, aggiornata a marzo 2014, riporta al secondo capoverso della voce “Signs and symptoms“
“ [..... omissis .....] Virus Ebola è stato isolato, 61 giorni dopo l’insorgenza della malattia, dallo sperma di un uomo che è stato infettato in un laboratorio“.
In medicina legale questo punto rappresenterebbe la certezza del criterio cronologico e del criterio qualitativo di un’azione dannosa.

4) coincidenza vuole che, sempre a marzo 2014, il consorzio farmaceutico guidato da Scripps Research Institute ottiene un finanziamento premio di 28 milioni di dollari dal NIH [National Institutes of Health] per trovare e proporre il miglior trattamento per virus Ebola. Di questo consorzio fa parte la Mapp Biopharmaceutical, il cui ruolo nella vicenda sarà descritto a breve, impegnata da un paio d’anni nella ricerca scientifica in merito a virus Ebola.

5) altra Università presente direttamente sul luogo del delitto è la Tulane University che svolge attività di ricerca in Sierra Leone [epicentro dell'epidemia] sulle armi biologiche, anch’essa per conto della US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases [USAMRIID];

6) la Tulane University scrive sul proprio sito:
“We’re working on vaccines and medicines for Ebola and other hemorrhagic fevers” ….. “The solutions are coming.”
Più chiara di così non può essere descritta l’attività di ricerca in essere;

7) anche la GlaxoSmithKline del Regno Unito è coinvolta nella ricerca sul vaccino Ebola, in Sierra Leone, attraverso la controllata società svizzera Okairos, acquistata nel 2013, giusto in tempo per l’epidemia Ebola, che collabora a sua volta con il Vaccine Research Centre dei National Institutes of Health [NIH] degli Stati Uniti;

8) i farmaci di sintesi vegetale, negli ultimi dieci anni, hanno generato un sacco di chiacchiere ma hanno avuto poco effetto sulla produzione commerciale, con alcuni successi isolati di farmaci della Pfizer e della Protalix Biotherapeutics approvati dalla FDA nel 2012. L’approccio è stato nuovamente portato alla ribalta proprio questa settimana, quando un farmaco prodotto dalla pianta del tabacco è stato utilizzato per il trattamento di due persone che avevano contratto virus Ebola. Kentucky Bioprocessing, una unità del gigante del tabacco Reynolds American, ha prodotto il farmaco che è stato sviluppato da Mapp Biopharmaceutical. Il processo di produzione è simile ai passaggi per altri farmaci vegetali: i laboratoristi infettano le piante di tabacco con un virus che include il codice genetico; dopo che le piante sono infettate dal virus cominciano a produrre gli anticorpi dai quali sarà estratto il principio attivo. Così è stato prodotto ZMapp, il siero miracoloso che contrasta Ebola, iniettato ai due medici statunitensi che hanno contratto virus Ebola sul luogo dell’epidemia in Africa. Piccolo particolare: anche in questo caso gli effetti del farmaco non sono mai stati valutati sull’essere umano.

A tutto questo manifesto giro d’affari aggiungiamo la notizia odierna che, a nostro avviso, desta maggiore preoccupazione, perché rappresenta l’anticamera di una disposizione sanitaria globale da parte dell’OMS: i centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione [CDC] hanno emesso una allerta di alto livello per virus Ebola in Africa occidentale.

Una pandemia rappresenterebbe una manna dal cielo per Big Pharma. Sieri miracolosi o vaccini [circa al 2015] che siano, pur non essendo ancora certificati per uso umano, saranno richiesti a gran voce dal grande pubblico. Il che “costringerà” le autorità di controllo a licenziarlo celermente, procedendo a tappe forzate ….. e sarà un bel business ….. sulla nostra pelle.

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