Il quartiere di Gorla la storia ci insegna prima parte !
Il quartiere di Gorla
Prima di affrontare la storia del bombardamento della scuola di Gorla, è opportuno qualche cenno sulla storia di questo quartiere Milanese: oltre che agli attuali abitanti sarà senz'altro utile a chi, residente nella città o nei dintorni, pensi che Gorla sia solo una fermata della linea rossa della Metropolitana Milanese.
Intorno al IV-V secolo d.C. la zona era probabilmente occupata da un accampamento militare del tardo impero romano; a conferma di ciò venne ritrovata un'ara dedicata alla dea Diana. In quanto al nome Gorla, questo deriverebbe da una contrazione del termine dialettale lombardo "gorula", piccola gola, con riferimento ad un avvallamento - oggi via della Torre - dove scorreva un piccolo corso d'acqua che andava ad immettersi nel "Fontanone" - oggi via Chioggia - per poi perdersi nella campagna di Turro Milanese.
Il 1° luglio 1457 il Signore di Milano Francesco Sforza ordinò la realizzazione di un nuovo canale, detto Naviglio della Martesana, mentre sua moglie Bianca Maria Visconti, l'11 settembre 1465, con un decreto stabiliva il modo di impiegare le acque per l'irrigazione.
Il canale era stato costruito soprattutto per il trasporto delle merci dai laghi lombardi a Milano e da Milano al Po, unendosi attraverso il Tombone di San Marco al Naviglio della cinta interna di Milano e da qui, attraverso la Darsena di Porta Ticinese al Ticino e al Po, secondo un progetto ideato da Leonardo. Un altro impiego del canale fu quello di utilizzare le sue acque per l'irrigazione delle campagne circostanti, per cui Gorla all'inizio si sviluppò come una comunità agricola. La completa navigabilità del Naviglio si ebbe tra il 1470 (quando fu costruita la Conca di Gorla) ed il 1496, anno in cui Ludovico il Moro (figlio quartogenito di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti) fece realizzare l'ultimo tratto della Martesana.
Il canale aveva però una carenza d'afflusso delle acque, problema che venne risolto eliminando la Conca di Gorla e modificando la zona a valle denominata "Cassina di Pomm", con una diversa soluzione per il deflusso idrico. Nel 1574 il Naviglio venne ulteriormente ampliato. Fra il XVII e il XVIII secolo la principale famiglia di Gorla era quella dei Boschetti, proprietaria dell'area sita tra il Ponte Vecchio ed il Ponte sul viale Monza la quale, a causa del loro cognome, venne chiamata "Boschetto". Su quell'area oggi e presente il noto locale di cabaret "Zelig".
Nel 1805 per ordine di Napoleone, si diede inizio alla costruzione di viale Monza, strada necessaria per facilitare le comunicazioni fra Milano e Monza, e da qui a tutta la Brianza; la realizzazione venne poi continuata dagli austriaci che la consideravano un'importante strada militare.
L'apertura di questa nuova via di comunicazione trasformò la zona: non solo la spezzò in due aree ben distinte ma la possibilità di rapide comunicazioni tra i vari centri abitati permise, fra il XIX e l'inizio del XX secolo, lo sviluppo di un'elevata concentrazione industriale che si estendeva senza interruzioni da Milano a Sesto San Giovanni. Il destino del quartiere si trasformò quindi da agricolo ad industriale, con la nascita di una nuova classe operaia che andava a sostituire i contadini.
Dopo l'unità d'Italia nel 1861, al comune venne assegnato ufficialmente il nome di "Gorla", cambiato poi nel 1864 in "Gorla Primo". Nel frattempo in numero di abitanti era salito dai 391 del 1861 ai 6210 dell'anno 1921. Dopo essere stato unito al vicino comune di Precotto (1920), nel 1923 venne inglobato nel più grande comune di Milano (destino comune in quegli anni a numerosi comuni dell'area milanese).
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La piantina qui a sinistra evidenzia il basso tasso di urbanizzazione del comune di "Gorla Primo" nel 1900 |
Oltre a Gorla, anche i comuni di Greco, Turro milanese, Precotto e Crescenzago erano ormai diventati quartieri della grande città, sebbene cercassero di conservare la struttura di paese. Il 1940 vide la realizzazione (da parte del regime dell'epoca) del complesso edilizio denominato "Fondazione Crespi Morbio" le cui abitazioni erano destinate a famiglie numerose.
Nelle aree ancora verdi tra Gorla e Crescenzago erano presenti numerose cave dalle quali venivano ricavate ghiaia e sabbia per l'industria edilizia; una di queste (in via Ponte Nuovo) venne soppressa per far posto alla nuova centrale ricevitrice elettrica inaugurata da Benito Mussolini.
Nel dopoguerra la presenza in zona di un così alto numero di realtà industriali (grazie anche alla vicinanza con Sesto San Giovanni) consentì un notevole aumento del numero dei residenti, immigrati anche da altre regioni italiane; questo determinò, vista l'impossibilità di continuare a costruire lungo il viale Monza e la presenza dello scalo ferroviario verso Greco, espansione dell'edilizia abitativa nei terreni liberi verso Crescenzago. L'ultimo evento decisivo per considerare un'unica area urbana tutti i quartieri della zona fu la realizzazione (1960) della prima linea della Metropolitana Milanese (fino a Sesto) che andava a sostituire il celebre tram Milano-Gorla-Sesto-Monza Regio Parco (prima a cavalli poi elettrificato).
Ricordo ai visitatori che detto tram è ancora visibile in perfetto stato di conservazione al "Museo dei Trasporti" nel comune di Ranco (VA).
In soli trent'anni questa "fetta" di Milano era passata da una situazione di piccoli comuni agricoli indipendenti tra loro ad un'unica area urbanizzata improntata sullo sviluppo industriale, principalmente meccanico. Prima della guerra, negli anni trenta, Gorla era caratterizzata principalmente dalla Martesana, che scorreva placida in una zona pittoresca nella quale sorgevano numerose ville e giardini; in una di queste, villa Angelica, trovava sede la "Canottieri Gorla". Nella Martesana si poteva pescare ed i ragazzi, come gli altri abitanti di Gorla e Crescenzago, si divertivano a fare il bagno (fino al 1960).
L'evoluzione del Viale Monza nei decenni
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Fine '800 - verso Villa San Giovanni E' possibile notare la doppia fila di alberi per ogni lato del viale |
Primi '900 - dopo Precotto Sulla destra le rotaie del tram che portava a Sesto S.Giovanni e Monza |
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Anno 1910 - incrocio di Gorla Il palazzo di viale Monza 185 è ancora lontano da venire |
Anno 1920 - Gorla Alcuni bambini giocano tranquillamente in mezzo al viale, se non fosse per il tram, al massimo rischierebbero di veder passare qualche carretto trainato dal cavallo... Sulla destra la trattoria "Rotonda" e la via Finzi |
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Anno 1930 - Gorla Il tram per Monza effettua la fermata davanti al "Boschetto" (se ne scorge il cancello a destra) Sempre sulla destra, tra i due palazzi, la via Fratelli Pozzi che conduceva a Piazza Redipuglia, dove sorgeva la scuola Francesco Crispi |
Anno 1950 - tra piazzale Loreto e Pasteur Il viale è ormai un susseguirsi di palazzi su entrambi i lati |
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Anno 1955 - Turro Il boom economico porta ad un aumento del traffico automobilistico e il tram, che qui vediamo transitare sotto i ponti della ferrovia a Rovereto, inizia a rivelarsi una presenza anacronistica |
Anno 1956 - incrocio di Gorla E' probabilmente questa una delle ultime immagini reperibili dove possiamo vedere il viale Monza "vecchio stile", a breve inizieranno i lavori per la realizzazione della linea 1 della Metropolitana |
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Anno 1958 - Gorla Il viale sembra una trincea della prima guerra mondiale, non avendo ancora a disposizione la "talpa" per creare i tunnel come fatto più recentemente per la linea 3, gli scavi sono a cielo aperto, con la conseguenza che la vita del quartiere viene rivoluzionata e numerose attività commerciali chiudono per mancanza del flusso di clienti Il progresso ha il suo costo... Sulla destra il palazzo di viale Monza 154.
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Anno 1958 - Gorla I lavori per la realizzazione della metropolitana coinvolgono anche il naviglio della Martesana: essendo improponibile chiudere il normale flusso idrico alla diramazione dal fiume Adda, vengono realizzate delle condotte metalliche che permettono all'acqua di scavalcare il cantiere senza allagarlo Soluzione ingegnosa... Oggi, per i lavori dell'EXPO, l'acqua resterà chiusa per quasi un anno senza considerare che questo sarà la causa della scomparsa di tutta la vegetazione adiacente, alberi ad alto fusto compresi A esposizione terminata, quello che ci resterà sarà questo "regalo"... |
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Anno 1970 - Gorla Il viale ha ormai l'aspetto che siamo abituati a vedere, con il mercato comunale (ormai chiuso) che svolgeva anche una funzione sociale tenendo aggregata la popolazione Sull'estrema destra dell'immagine, la via Fratelli Pozzi non conduce più alla scuola, ma al monumento ai Piccoli Martiri |
Gennaio 2009 - Gorla Nonostante la fitta nevicata le renda quasi irriconoscibili, le case testimoniano la storia delle generazioni che hanno vissuto le vicende del secolo scorso |
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Oggi, quasi alla fine del 2014, dobbiamo purtroppo constatare che dopo gli anni del boom economico anche il nostro viale, come tutta la Città, sta "toccando il fondo": la gran parte dei negozi e dei laboratori artigianali sono scomparsi (anche a causa della nascita dei centri commerciali), le fabbriche manifatturiere che garantivano il benessere alla popolazione si sono trasferite all'estero o hanno cessato l'attività anche a causa della prolungata situazione di crisi economica.
Gli anni in cui Gorla era definita "la piccola Parigi" sono ormai lontanissimi, sembra proprio di parlare del secolo scorso...
Un elemento importante del quartiere è la chiesa parrocchiale, costruita alla fine degli anni venti e dedicata a Santa Teresa del Bambino Gesù. Il complesso, caratterizzato anche dalla presenza dell'oratorio, dell'asilo e di sale parrocchiali, caratterizza ancora oggi la vita sociale degli abitanti di Gorla. Fu voluta dal parroco Don Paolo Locatelli, che oggi riposa all'interno della chiesa stessa.
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La chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù venne edificata nel 1927 in sostituzione della piccola chiesetta di San Bartolomeo (il cui campanile è visibile sul lato sinistro della foto) divenuta ormai insufficiente a causa dell'incremento demografico
Sullo sfondo, dietro le impalcature, vediamo le case di viale Monza 150 A destra l'area che ospiterà il futuro asilo |
La chiesa di S. Teresa del Bambino Gesù, dove si svolsero i funerali dei bambini, in un'immagine dei giorni nostri |
Tra gli edifici presenti sul lato opposto di viale Monza, più precisamente in via Finzi, all'inizio del '900 esisteva una cardatura (con annessa villa), trasformata nel ventennio in "Casa del Fascio" e successivamente in Caserma dei Carabinieri (tuttora attiva).
Un altro immobile degno di nota era la Villa Angelica, costruita nel XVII secolo in stile neogotico dal Conte Du Prais per la moglie. Negli anni sessanta la villa è stata abbattuta per far posto al Monastero di Santa Chiara gestito dalle suore Clarisse, inaugurato dall'allora Cardinale Montini, divenuto poi Papa Paolo VI. La torretta visibile nelle foto sotto venne abbattuta solo alcuni anni più tardi in quanto ritenuta pericolante. Del parco della villa oggi è visibile solo una costruzione a pianta rotonda ad un solo piano, all'epoca poteva essere una "dependance".
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Sull'altra sponda del naviglio esiste una diramazione tuttora funzionante (visibile anche nella piantina del 1900 sopra riportata), che serviva per l'irrigazione dei terreni verso Turro; oggi tale fossato (chiamato "el Taveggia", dal nome dei contadini che coltivavano i campi dei conti Dal Verme) rimane visibile solo per un centinaio di metri, poi si interra per arrivare a Rogoredo. Appena prelevata dalla Martesana, l'acqua veniva convogliata in quella che è stata la prima piscina scoperta di Milano, detta "el Bagnin", dove i residenti si concedevano refrigerio nei mesi estivi. I terreni vennero poi venduti alla ditta Magnaghi (costruzioni meccaniche); oggi sull'area sorgono solo condomini.
Sebbene la Gorla finora descritta potesse apparire come un piccolo Paradiso o meglio, una "piccola Parigi", non dimentichiamoci il motivo di questa narrazione: la seconda guerra mondiale, che aveva risparmiato fino ad ora gli abitanti (eccetto quelli richiamati al fronte) ma che presentò il proprio conto il 20 ottobre del 1944.
inserito da domenico marigliano blogger
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